Il 15 maggio 2016 un gruppo è partito alla volta di Mira e Dolo per la visita di alcune meravigliose ville venete. Il programma prevedeva la visita di tre ville: villa Pisani, villa Widmann e villa Foscari detta “La Malcontenta”. Per gli spostamenti si è navigato col battello nel Brenta ammirando la natura, le altre ville che costeggiano il fiume attraversando due Chiuse per superare i dislivelli acquei.

Qui sotto troverete delle foto che riassumono alcuni momenti del viaggio.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Alcune notizie sulla storia delle ville

Villa Pisani

I Pisani di Santo Stefano, cui si deve la costruzione della villa, costituivano un importante ramo del casato Pisani, antica famiglia patrizia veneziana. Arricchitisi enormemente nel corso del Trecento grazie ai traffici commerciali e alle rendite immobiliari, nel Quattrocento divennero proprietari di un ampio feudo nella bassa padovana e nello stesso giro d’anni intrapresero anche la costruzione del grande palazzo veneziano di Campo Santo Stefano (l’attuale conservatorio “Benedetto Marcello”), che giunse a termine solo nel Settecento. E fu proprio quest’ultimo il secolo d’oro della famiglia, che arrivò a ricoprire le più alte cariche della Repubblica di Venezia. Alvise Pisani (1664 – 1741) fu ambasciatore alla corte del Re Sole, il quale fu padrino di uno dei suoi figli, e venne poi eletto doge nel 1735. Ma la decadenza era già alle porte: il crollo della Repubblica (1797) prima, il vizio del gioco poi spinsero i Pisani a indebitarsi rovinosamente. Fu per questo che si trovarono costretti a vendere la villa a Napoleone Bonaparte che era diventato re d’Italianel 1805, l’11 gennaio 1807, per 1.901.000 di lire venete.
La villa venne donata dall’imperatore Bonaparte al figliastro Eugenio di Beauharnais, vicerè d’Italia. Eugenio, raffinato mecenate, commissionò una serie di lavori di ammodernamento che cambiarono l’aspetto di molte sale della residenza e del parco.
Nel 1814 le sorti dell’Europa, decise a Waterloo, portarono a villa Pisani la famiglia imperiale asburgica, ora divenuta signora del regno Lombardo-Veneto. La dimora divenne così luogo di villeggiatura prediletto dall’imperatrice d’Austria Marianna Carolina e ospitò l’intero gotha dell’aristocrazia europea, dal re di Spagna Carlo IV (1815) allo zar di Russia Alessandro I (1822), dal re di Napoli Ferdinando II(1837) al re di Grecia Ottone (1837) e molti altri. La brillante atmosfera di vita di corte ebbe termine nel 1866, quando il Veneto venne annesso al regno d’Italia. La villa non entrò a far parte dei beni della corona di casa Savoia ma divenne invece proprietà di stato, perdendo così la sua funzione di rappresentanza. Non più abitata, divenne museo nel 1884 e fu meta di visita di personaggi quali Wagner, D’Annunzio (che vi ambientò una scena fondamentale del suo romanzo Il Fuoco), Mussolini e Hitler (il cui primo incontro ufficiale avvenne qui, nel 1934), Pasolini (che girò nelle sale della villa e nel parco un episodio del suo filmPorcile).

Villa Widmann

La sua costruzione è stata attribuita al progettista veneziano Andrea Tirali che pare la realizzasse nel 1719 per i Seriman, una famiglia di nobili veneziani di origine persiana. Subito dopo la metà del Settecento la villa passò ai Widmann, i quali provvederono all’ammodernamento della casa padronale.
Questa fu ampliata e ristrutturata secondo il gusto rococò francese, la villa infatti era di dimensioni limitate per il numero notevole di ospiti che venivano invitati ma non potendo ampliare le dimensioni del salone principale (questa sala era sempre larga quanto la facciata o il portico principale e lunga quanto la lunghezza totale dell’edificio )se ne aumentò l’altezza, eliminando il soffitto e costruendo una balaustra circolare attorno a tutta la sala dove venivano posizionati agli angoli gli orchestrali.
Nel 1883 fu acquistata da Francesco Somazzi, ma ritornò ben presto ai Widmann (1901), grazie alla discendente Elisabetta. Durante la seconda guerra mondiale essa,come molte altre Ville del Brenta, fu adibita a ospedale.
Nel 1970 il figlio di Elisabetta la vendette al commendator Settimo Costanzo. Oggi, come nel Settecento in cui la Villa era destinata a utilizzi diversi, da quello agricolo a quello ludico, Villa Widmann Rezzonico Foscari reinterpreta la sua versatile struttura.
Il complesso architettonico di Villa Widmann, dopo il recente restauro della Barchessa, si arricchisce e completa di un auditorium attrezzato per meeting, convegni e attività culturali e di due ampie sale espositive adibite a mostre d’arte, offrendo all’edificio la possibilità di ospitare numerosi eventi.

Villa Foscari “La Malcontenta”

La costruzione di Villa Foscari venne commissionata da Alvise e Nicolo’ Foscari ad Andrea Palladio lungo la riva del fiume Brenta,specchio naturale della Malcontenta.Sorge a pochi km in linea d’aria dal centro di Venezia.Terminata nel 1555 guadagno’ il soprannome di Malcontenta in epoca successiva a causa di una nobildonna Elisabetta Dolfin,della famiglia Foscari, ricca e potente famiglia veneziana,basti ricordare il Doge Francesco Foscari governatore della Serenissima dal 1423 al 1457,che qui venne relegata per espiare la sua infedeltà.
Esistono anche altre spiegazioni per il soprannome di questa Villa Palladiana :che derivi dal sovente straripamento del fiume e conseguente allagamento delle terre dei contadini che usavano ripetere “Brenta mal contenta” o che sia nato e ricordato per l’insoddisfazione dai contadini di Padova e Piove,non e’ dato saperlo.
Il maggior deperimento la villa lo subisce nel 1800.Oggi,conservata e protetta dagli attuali proprietari,Villa Foscari si lascia ammirare tra i segni del tempo trascorso e la monumentalita’di nascita.
(dai siti del Brenta)