DOMENICA 06 Aprile

GESÙ DISSE A MARTA: «IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

QUELLO che unifica la liturgia odierna è la definizione che Gesù dà di se stesso nella narrazione giovannea della risurrezione di Lazzaro: «Io sono la risurrezione e la vita». In questa domenica, il tema della vita risalta in tutta la sua evidenza. Esso viene preparato dalla visione del profeta Ezechiele (I Lettura) delle “ossa aride”, che simboleggiano la rovina di Israele. Queste ossa, sotto l’irrompere dello Spirito di Dio, riprendono vita e un popolo nuovo sta in piedi e si muove speditamente per il grande ritorno in patria. C’è, dunque, una speranza! Per l’apostolo Paolo (II Lettura), il cristiano che nel battesimo ha ricevuto lo Spirito Santo è chiamato a vivere per sempre unito a Cristo che lo ha liberato dal peccato e gli ha comunicato la nuova vita. La scena della risurrezione di Lazzaro, avvenuta a Betania, villaggio vicino a Gerusalemme, è per i discepoli presenti un segno grandioso: perché nella persona di Gesù sia glorificato il Padre e perché i discepoli credano che egli è l’inviato del Padre. Ed è un gesto che apre alla speranza: in Cristo Gesù anche noi risorgeremo. Una risurrezione iscritta nel futuro, ma già palese in Lazzaro e nei battezzati.  (Da La Domenica)

COMMENTO

Nella vicenda del Profeta Ezechiele c’è la visione delle ossa aride (cap.37),dove  egli è chiamato a soffiare su dette ossa,perché attraverso il gesto del Profeta, Dio infonda in esse lo spirito e esse riprendano carne e nervi. E Dio ,dopo questo comanda ,aggiunge:”Riconoscete che io sono il Signore!”,quasi a dire io sono l’autore e il Signore della vita e della morte. Ed egli apre anche i sepolcri, facendo uscire da essi il popolo dalle tenebre in cui si e rinchiuso per condurlo nella terra da lui scelta per esso. Lo spirito del Signore è spirito di vita,che anima anche le ossa inaridite, non solo, ma fa crollare i sepolcri della storia o quelli nei quali anche noi spesso ci siamo rifugiati,per portaci nella terra che egli ci ha preparato.

Uscire dai sepolcri, fa  eco  a Ezechiele  l’Apostolo Paolo nella Lettera i Romani , è non lasciarsi dominare dalla carne,ne finire sotto il suo dominio,perché per sconfiggere ciò Cristo è morto,e soltanto quelli che  non si chiuderanno nella carne,per mezzo dello Spirito saranno un giorno risuscitati .E il Dio che ridà vita alle ossa aride, da il potere al Figlio suo Gesù,di rompere anche lui i sigilli dei sepolcri e resuscitate i morti,richiamandoli,a camminare, vivi, nel tempo.

L’Evangelista Giovanni ci presenta il miracolo della resurrezione dell’amico di Gesù, Lazzaro di Betania. Cristo non ha potuto vegliare la malattia dell’amico, nè essere presente alla sua morte,però, ora davanti al sepolcro  offre all’amico le lacrime sincere dell’amicizia,ma non si ferma solo  a piangere. Dopo avere chiesto a Marta e Maria di riconoscere che lui è“la resurrezione e la vita”,e che la fede in lui,benedetta dalla potenza del Padre può tutto,comanda a Lazzaro di abbandonare il sepolcro e tornare a vivere.

Il morto risorge tra la meraviglia di tutti,riprende a vivere,e con ciò Gesù afferma che anche se la morte è più forte dell’uomo,egli riesce a dire e a mostrare che la morte si arrende a Dio,pronta a farsi daparte,anche se in possesso della sua preda.

Lazzaro esce da sepolcro ,come l’umanità, avvinta dalle spire del male,esce per opera di Cristo e  ritorna alla salvezza. Dio è il Dio della vita che ,pur dando alla morte la possibilità di agire,egli non distrugge la vita,ma dinanzi alla morte viene da affermare che in Cristo ci sarà la vittoria per tutti   su di essa nella resurrezione finale dei corpi per tutti coloro che ,nel tempo, hanno posto la loro fiducia in Dio, hanno misurato il loro agire sul pensiero di Dio. Per ora, come Lazzaro, dobbiamo lasciare le bende e le pastoie che ci tengono legati  nei nostri sepolcri, e metterci a camminare con Dio.

Gesù ridà la vita a Lazzaro, ma andrà a morire al suo posto,per affermare che oltre la morte,ogni uomo vedrà  la sua resurrezione, alla luce di quella del Figlio di Dio. “

(Commento a cura di P. Pierluigi Mirra passionista)