Carissimi tutti a Santa Maria Apparente,

ormai sono tre mesi che io, mio marito Thomas e nostro figlio Joseph siamo negli Stati Uniti, specificatamente a Kimberton, un paesino vicino a Philadelphia nello stato della Pennsylvania. Viviamo in un luogo molto tranquillo, con tanto verde intorno e la possibilità di mangiare cibi biologici e vivere in armonia.

Joseph ha iniziato una scuola con delle opportunità educative e terapeutiche davvero uniche. Nostro figlio è affetto da autismo. Lui adesso ha 8 anni e da quando ne aveva 3 abbiamo fatto molti interventi che hanno portato ottimi risultati. Uno degli interventi ci ha fatto viaggiare fino in America, Massachusetts, dove si trova l’Autism treatment of America. Da lì abbiamo iniziato il programma “son-rise” che consiste in una terapia del gioco incentrata sull’aspetto della socializzazione e della comunicazione. La terapia è fatta a casa e condotta dai genitori in una playroom che è realizzata su guida degli esperti dell’istituto in America. Questa terapia ha cambiato la vita di Joseph e anche la nostra vita come genitori. Ci ha fatto capire che la chiave del successo per il suo miglioramento dipende dalle tecniche e terapie usate ma anche da profondi sentimenti di amore ed accettazione per quello che lui è; un bambino perfetto nonostante le sue difficoltà. Joseph, in effetti, progredisce ogni giorno e contiamo molto sulla nostra forza e sulle nostre risorse. Adesso lui frequenta anche una scuola speciale steineriana e sta ricevendo molta attenzione individuale. Impara, cresce e sviluppa in una maniera che ci rende molto felici. Questo è anche il motivo per cui abbiamo preferito trasferirci qui, invece di altri luoghi in America, dove pure ci erano state offerte opportunità di lavoro. Joseph cresce e migliora ogni giorno. E’ felicissimo di essere qui e si è ambientato senza problemi. Per noi, l’inizio è stato faticoso per via dei tanti cambiamenti, ma le cose stanno migliorando di giorno in giorno e ci sentiamo grati di aver avuto questa possibilità.

Abbiamo fatto conoscenza con tanti dei nostri vicini, alcuni dei quali sono nostri colleghi. Ci sentiamo apprezzati al lavoro e in molti ci stanno dando una mano per ambientarci. Io e mio marito lavoriamo nelle comunità Camphill, centri terapeutici internazionali che si occupano di bambini, adolescenti ed adulti diversamente abili. Noi gestiamo una casa famiglia con 5 adulti con condizioni più o meno gravi e ci occupiamo di tutti gli aspetti della loro assistenza insieme a ragazzi volontari che decidono di aiutare i nostri centri per un periodo di un anno o più. Aggiungo, anche, che se ci sono ragazzi italiani interessati a venire qui come volontari, è un’esperienza molto edificante. Vitto, alloggio, cure mediche sono incluse e poi anche un piccolo stipendio di 150 dollari al mese. E’ anche un’occasione per vedere un po’ l’America e perfezionare l’inglese. La bellezza dei nostri centri sta nella sua filosofia. Tutti gli utenti vengono aiutati a realizzare la loro potenzialità. Tutti vengono incoraggiati a trovare una ‘vocazione’ lavorativa nella vita. Sono occupati nei lavori domestici ma anche nei nostri diversi laboratori: tessileria, panetteria, ceramica, orto, giardino, manutenzione e altro. Il nostro centro è realizzato su un terreno molto ampio e ci sono una ventina di case. Quasi tutti sono liberi di spostarsi da una casa all’altra indipendentemente. I pasti sono preparati a casa con cibi biologici. Abbiamo anche una fattoria che produce latte per tutto il centro e oltre. Abbiamo inoltre una grande hall in cui vengono organizzati molti eventi culturali. E’ un lavoro che ci porta tanta soddisfazione e tanta gioia, anche se faticoso a volte. Io sono socio-pedagogista, laureata all’università di Aberdeen nel 2006. Mio marito sta frequentando il corso di socio-pedagogia in questo momento.

Ci manca l’Italia ma siamo anche contenti di esserci trasferiti e siamo ottimisti per quello che il futuro ci può ancora donare. Portiamo nel cuore i tanti ricordi del nostro anno in Italia e speriamo di venire a trovarvi presto. Mandiamo alcune foto e tanti cari saluti a tutta la parrocchia.

Eva Cerolini