Giovedì 26 nella Città del Vaticano e Domenica 29 maggio in Italia

si celebra la solennità del “Corpus Domini”

 

 

Giovedì 26 maggio alle ore 19, papa Francesco celebrerà la Messa della Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano e, subito dopo la distribuzione della Comunione, inizierà la processione eucaristica, con il Santissimo Sacramento lungo via Merulana, fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove impartirà la Benedizione Eucaristica.

È un appuntamento annuale delle Confraternite, che hanno il compito di aprire la solenne processione Eucaristica, con i loro abiti solenni e i loro stendardi, facendo corona al Santissimo Sacramento.

Molte Confraternite sono intitolate al Santissimo Sacramento: nacquero con la missione di incrementare nel popolo venerazione e devozione nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia.

Il Corpus Domini, espressione latina (“Corpo del Signore”) è una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Nella Città del Vaticano e in diversi paesi europei si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, mentre in Italia la Domenica seguente.

La Solennità che rievoca la Cena del Signore del Giovedì santo, è stata istituita nel 1247 nella diocesi di Liegi (Belgio) per celebrare la reale presenza di Cristo nell’eucarestia in contrasto con quanti, tra cui Berengario di Tours, parlavano di una presenza non era reale, ma solo simbolica di Cristo. Ma fu soltanto nel 1264 che divenisse obbligatoria ovunque, dopo il “miracolo di Bolsena-Orvieto”.

La storia narra che nell’estate del 1263 un sacerdote boemo, di nome Pietro da Praga iniziò a dubitare della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati.

Il sacerdote si recò allora in pellegrinaggio a Roma, per pregare sulla tomba di Pietro e fugare i suoi dubbi: il soggiorno romano lo rasserenò e intraprese il viaggio di ritorno. Percorrendo la via Cassia si fermò a pernottare a Bolsena, dove i dubbi di fede lo assalirono nuovamente. Il giorno successivo celebrò la Messa nella chiesa di Santa Cristina.

Secondo quanto tramandato dalla tradizione, al momento della consacrazione l’ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Impaurito e confuso il sacerdote cercò di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l’ostia nel corporale di lino e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell’altare.

Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava in quel momento a Orvieto, per riferirgli l’accaduto. Il pontefice inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie.

Urbano IV dichiarò la soprannaturalità dell’evento e, per ricordarlo, l’11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini.

Per custodire il corporale venne edificato, a partire dal 1290, il duomo di Orvieto, al quale si aggiunsero la cappella del corporale, nel 1364, e la cappella nuova, nel 1504.

Urbano IV affidò a Tommaso d’Aquino il compito di preparare i testi per la liturgia delle Ore e per la Messa, e stabilì che si dovesse celebrare il primo giovedì dopo l’ottava di Pentecoste.