(Infiorata 2016)

 Tre brevi premesse

Queste pagine vogliono offrire alcuni spunti a coloro che prepareranno la prossima Infiorata e siccome le ho scritte all’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia, non possono tener conto né prevedere quanto accadrà nei prossimi mesi e quanto Papa Francesco dirà sul nostro argomento.

Me ne scuso, ma è urgente consegnare quanto prima il testo.

 

Dio si rivela progressivamente nella storia

 

Dio ha preparato Israele, il popolo eletto, alla venuta del Figlio; questa, prevista dall’eternità, ha portato a compimento la rivelazione su Dio, sulla creatura umana, sul senso della creazione, sulla vita eterna, … descritta nel Primo Testamento. Gesù ha spiegato anche gli effetti terribili del peccato e delle conseguenze, sulla persona e sull’intera creazione.

In questo modo, possiamo capire perché la rivelazione giunge alla pienezza con Gesù e con Lui possiamo avere una giusta visione di ciò che riguarda Dio, la creazione e la redenzione (“nuova creazione”).

 

Gesù porta a compimento la rivelazione

 

Gesù viene a completare e precisare la rivelazione e nel mistero dell’Eucaristia ne abbiamo il momento culmine: è la sintesi e il compendio della vicenda di Gesù; un evento che ne anticipa passione, morte e risurrezione e ci fa partecipare gli effetti divini dell’evento pasquale.

È la celebrazione di un Vivente, non la memoria di un defunto; pur essendo salito al cielo con l’Ascensione, rimane tra noi ogni giorno, così come aveva promesso (cf. Mt 28, 20).

L’Eucaristia è la presenza che, continuamente, rigenera la Chiesa Corpo di Cristo; nella sua forza troviamo la possibilità di proseguire la missione affidata dal Maestro (cf. Mt 28, 19).

 

Svilupperò la riflessione in tre punti:

1. La visione di Dio che il popolo ebraico ha descritto nel Primo Testamento.

2. Gesù che viene a portare a compimento le Scritture.

3. Alcuni testi e parabole dal Vangelo di Luca, che potranno divenire spunti per i quadri che illustrano il tema dell’anno: l’Eucaristia, fonte della misericordia.

 

La visione di Dio nel Primo Testamento

 

Nel Primo Testamento Dio segue la legge della gradualità e il popolo di Israele tramanda nelle Sacre Scritture ciò che ha compreso e come lo ha compreso. In particolare coglie che Dio lo educa come un padre fa con il figlio (cf. la pedagogia divina).

Troviamo pagine in cui Dio è misericordioso (cf. Es 34, 6-7), ma a che Geloso (cf. Es 34, 13-15); si parla del suo amore superiore a quello di una madre (cf. Os 11, 1-9; Is 49, 14-16), ma ci sono pagine in cui chiede giustizia e si operano crudeltà (cf. Es 32, 25-29; Gs 6, 17-21); troviamo espressioni contro il malvagio e i suoi figli.

Si giunge alla mentalità diffusa che Dio benedica i buoni (coloro che osservano la legge) e punisca i cattivi, i malvagi durante la vita terrena chi se lo merita. Inserisco un salmo che esprime quanto sto cercando di dire.

 

Salmo 103 (102)

 

Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tanti suoi benefici.

 

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue malattie;

salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia;

sazia di beni la tua vecchiaia,

si rinnova come aquila la tua giovinezza.

 

Il Signore compie cose giuste,

difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,

le sue opere ai figli d’Israele.

 

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre,

non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati

e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

 

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,

così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,

così allontana da noi le nostre colpe.

 

Come è tenero un padre verso i figli,

così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

perché egli sa bene di che siamo plasmati,

ricorda che noi siamo polvere.

 

[…]

 

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,

suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue,

in tutti i luoghi del suo dominio.

 

Benedici il Signore, anima mia.

 

Ma non sempre accade come troviamo scritto – Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. […] Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono –, anzi; in alcuni casi sembra che punisca gli errori (si pensi all’esilio e alla distruzione di Gerusalemme) oppure non è il buono che prospera ma il malvagio (si pensi alle persecuzioni per chi è fedele alla legge, descritte nei libri dei Maccabei), questa visione entra in crisi. Si comincia a pensare che Dio retribuisca le persone non durante la vita terrena, ma dopo la morte. Ma rimane certo che il giusto sarà premiato e il malvagio punito.

Durante la vita terrena, Gesù dovrà confrontarsi con queste mentalità e con gli atteggiamenti conseguenti.

 

Gesù viene a portare a compimento le Scritture

 

Nel Primo Testamento troviamo delle promesse importanti, che Gesù verrà a portare a compimento e lo farà con la sua Parola e con i suoi gesti.

Eccome alcune.

Troviamo la profezia di una nuova alleanza con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; avranno la legge scritta nel cuore (cf. Ger 31, 31-34);

quella di avere la trasformazione del cuore di pietra in cuore di carne (cf. Ez 36, 24-27); la promessa di far uscire il popolo dai sepolcri e di risuscitare (cf. Ez 37, 13-14);

la promessa di un virgulto che spunterà dal tronco di Iesse che percuoterà il violento con la sua bocca e ucciderà l’empio (cf. Is 11, 1-4); …

 

Gesù viene a condividere la nostra vita

 

Dio è venuto per condividere la sorte delle creature umane e in particolare degli ultimi.

Lo si vede già nei Vangeli dell’infanzia: nella scelta di Maria (e Giuseppe), dei pastori come primi chiamati dagli Angeli ad adorare il Bambino (cf. Lc 1-2); e poi anche i Magi (cf. Mt 2).

 

Nell vita pubblica Gesù va a cercare chi era perduto della casa d’Israele; non scappa dai peccatori che lo cercano e dalle persone che lo toccano, nonostante sapesse dei giudizi; come non citare Matteo, Zaccheo, ma anche la Donna samaritana, la prostituta, l’adultera, …

 

Gesù viene a spiegare chi è il Padre

 

Gesù cerca di spiegare chi è il Padre ai dottori della legge, ai farisei e ai sadducei; ma solo alcuni credono. Infatti, troppo diversa è l’immagine di Dio proposta da Gesù rispetto a quella che emerge dalla loro interpretazione delle Scritture e dalla legge.

Nel vangelo di Matteo troviamo che Gesù ripete più volte ai farisei, citando il profeta Osea: “Imparate che vuol dire misericordia io voglio e non sacrificio” (cf. Mt 9, 13; 12, 7).

 

Gesù mostra la Misericordia del Padre

 

In croce accanto ai due ladroni, secondo Luca, ha un dialogo con uno di loro e poi invoca il Padre affinché perdoni.

Già Giovanni, nel dialogo con Nicodemo aveva scritto che: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Gesù pur di salvare, è disposto a tutto, anche a dare la vita! Ben lo capirà san Paolo (cf. 1Cor 9, 19-22).

 

Gesù insegna anche con le parole

 

Gesù vivendo con loro insegna ai Dodici chi è il più grande e come deve comportarsi (servire) e qual è l’amore più grande (dare la vita). Insegna anche con le parole, ma soprattutto con il modo di vivere.

Sì, vivendo con loro, ascoltandoli, condividendo il cammino e le incertezze della vita, insegna.

L’eloquenza dei fatti è il metodo privilegiato di Gesù. “Dicono e non fanno” (Mt 23, 3) era l’accusa di Gesù ai farisei. Cerca di coinvolgere il dottore della Legge che voleva giustificarsi: «Va’ e anche tu fa così» (Lc 10, 37b), dopo la spiegazione di chi è il prossimo data con la parabola del buon Samaritano.

 

La celebrazione dell’Eucaristia porta a compimento le profezie

 

Con l’istituzione dell’Eucaristia così come ci è tramandata dai Vangeli sinottici e da Giovanni, Gesù con parole e gesti porta a compimento le profezie.

 

Gesù parla di aver desiderato di mangiare la Pasqua con gli apostoli e facendo eco alle parole del profeta Geremia (cf. Ger) aggiunge: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22, 20b).

Il «Fate questo in memoria di me» (Lc 22, 19), non opera la trasformazione del cuore (cf. Ez); e «non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio» (Lc 22, 18b), non evoca il compimento del regno di Dio e la risurrezione? (cf. Ez) …

 

 

Il Vangelo di Luca: alcuni episodi e parabole.

 

Il Vangelo di Luca: alcuni episodi.

 

Privilegiamo il Vangelo di Luca che caratterizza la Liturgia della Parola delle Domeniche, e per questo faremo riferimento ad alcuni episodi in cui concretamente il peccatore non trova un rifiuto in Gesù, o un suo allontanamento; addirittura una chiamata a una vita diversa.

Si vede come Gesù eserciti la misericordia e la metta in atto verso tutti.

Abbiamo la concreta possibilità di rifiutarla: a noi stessi e alle altre creature.

 

Chiamata dei primi quattro discepoli (5, 1-11).

Pietro afferma: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (versetto 8). «Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono» (versetti 10b-11).

 

Chiamata di Levi al banco delle imposte (5, 27-32).

«Gesù rispose loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano» (versetti 31-32).

 

Una donna peccatrice a casa di Simone a Nain (7, 36-50).

«Poi (Gesù) disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “la tua fede ti ha salvata; va’ in pace!» (versetti 48-50).

 

Zaccheo (19, 1-10).

«Gesù gli rispose: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti e venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (versetti 9-10).

 

Pietro (22, 31-34. 54-62).

«Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (versetti 31-32).

«Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo di Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto […] E, uscito fuori, pianse amaramente» (versetti 61-62).

 

Il buon ladrone (23, 39-43).

«(Gesù) gli rispose: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”» (versetti 9-10).

 

Il Vangelo di Luca: alcune parabole.

 

Il grande comandamento e la parabola del buon Samaritano (10, 25-38).

«Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione […] e si prese cura di lui» (versetti 33-34).

 

Le tre parabole della misericordia (15, 1-7. 8-10. 11-32).

«“Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che era perduta”» (versetto 6).

«“Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (versetti 9b-10).

«ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (versetto 32).

 

La parabola del fariseo e del pubblicano (18, 9-14)

«Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri. “Due uomini salivano al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano […] Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato» (versetti 9-10. 14).

 

 

 

Conclusione

 

Accogliendo quanto troviamo descritto nell’Ultimo Testamento dobbiamo dire che non è scontato accogliere la misericordia di Dio o diventarne strumenti.

È una grazia da implorare, da chiedere con insistenza, senza stancarsi.

 

Chi ne è stato risanato, chi ha sperimentato la Misericordia di Dio – come è accaduto a Saulo-Paolo, a Simone-Pietro, la Maddalena – può cantare la misericordia di Dio che ci giunge mediante l’evento della Pasqua che celebriamo in ogni Eucaristia.

Lo chiediamo per tutti noi e per quanti potranno partecipare alla prossima edizione della Infiorata dedicata a L’Eucarestia fonte di misericordia.

 

Possiamo concludere la riflessione recitando la preghiera di Papa Francesco per il Giubileo appena iniziato.

 

 

PREGHIERA DELLA MISERICORDIA

 

Signore Gesù Cristo,

tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,

e ci hai detto che chi vede te vede Lui.

Mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Il tuo sguardo pieno di amore liberò

Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;

l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;

fece piangere Pietro dopo il tradimento,

e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.

Fa’ che ognuno di noi

ascolti come rivolta a sé

la parola che dicesti alla samaritana:

Se tu conoscessi il dono di Dio!

 

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,

del Dio che manifesta la sua onnipotenza

soprattutto con il perdono e la misericordia:

fa’ che la Chiesa sia nel mondo

il volto visibile di Te,

suo Signore, risorto e nella gloria.

Hai voluto che i tuoi ministri

fossero anch’essi rivestiti di debolezza

per sentire giusta compassione

per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore;

fa’ che chiunque si accosti a uno di loro

si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

 

Manda il tuo Spirito

e consacraci tutti con la sua unzione

perché il Giubileo della Misericordia

sia un anno di grazia del Signore

e la sua Chiesa con rinnovato entusiasmo

possa portare ai poveri il lieto messaggio,

proclamare ai prigionieri

e agli oppressi la libertà

e ai ciechi restituire la vista.

 

Lo chiediamo per intercessione di Maria

Madre della Misericordia

a te che vivi e regni

con il Padre e lo Spirito Santo

per tutti i secoli dei secoli.

Amen

 

 

 

Rocchi don Emilio

 

Civitanova Marche, 8 dicembre 2015