DOMENICA 23 Marzo

GESÙ ALLA SAMARITANA: «DAMMI DA BERE»

IL popolo schiavo è divenuto un popolo libero, ma la strada per la libertà passa attraverso il deserto. Lì non ci sono più le sicurezze (I Lettura). «Il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua». La reazione contro Mosè è radicale: «Perché ci hai fatti uscire dall’Egitto?», e dubita che sia stato un bene essere stati liberati. Ma Dio porta avanti il suo progetto, anche davanti alle infedeltà dell’uomo. Possiamo essere sicuri dell’amore di Dio? Come sappiamo che non resteremo delusi? «Noi siamo in pace con Dio»: così Paolo (II Lettura) presenta la condizione del credente, l’opposto di Massa e Merìba. Due sono le garanzie che ci mantengono in questa pace: il dono dello Spirito, che riversa nei nostri cuori l’amore di Dio, e il fatto che Cristo è morto per noi mentre eravamo ancora peccatori. La Samaritana che incontra Gesù (Vangelo) aveva sete di Dio? Aveva altre cose a cui pensare: le chiacchiere della gente, i problemi della vita quotidiana. Dio non era al vertice dei suoi pensieri. È l’incontro con Gesù che suscita questa sete. Anche se noi non abbiamo sete di Dio, Dio ha sete di noi. (Da La Domenica)

COMMENTO

La samaritana, nel trovare Gesù al pozzo di Giacobbe, resta sorpresa: come mai questo giudeo, questo straniero sta seduto con tanta disinvoltura sul pozzo del patriarca Giacobbe? Tra giudei e samaritani non vi erano buoni rapporti. La contrapposizione fra di loro era costituita anche da un’opposizione teologica, cioè dal rifiuto dei samaritani di adorare Dio in Gerusalemme. La donna quindi si chiede: Chi è questo giudeo? Essa non si rende conto che in realtà è lui che la cerca e l’attende. Gesù rompe il silenzio, prende l’iniziativa chiedendo da bere. Il rancore nei confronti di Gesù esplode subito nel cuore della donna: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? All’ironia Gesù risponde: Se conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva. La donna non comprende; la sua mente è concentrata sull’acqua del pozzo; per lei l’espressione “acqua viva” vuol dire semplicemente acqua corrente. Di qui la domanda: Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge? Il progressivo rivelarsi di Gesù fa comprendere alla donna che non si tratta di acqua ordinaria, la quale estingue la sete naturale. L’acqua che Egli promette è un’acqua che diventa in colui che l’accetta sorgente di acqua zampillante per la vita eterna. Il dono di Dio non è l’acqua di sorgente, ma è Gesù stesso. La donna vuole sottrarsi a questa scoperta. Radiografata nella sua intimità più profonda comprende di trovarsi davanti ad un personaggio straordinario, un profeta, ma cerca di sfuggirgli rifugiandosi nel futuro e portando il discorso su una questione religiosa: il luogo dove occorre adorare Dio. Gesù non si lascia raggirare; riporta la conversazione sulla questione fondamentale. La donna è invitata a scoprire chi egli è. Egli è il Messia, colui che dona l’acqua zampillante per la vita eterna. L’acqua zampillante è la sua dottrina, la verità di Dio che Egli rivela agli uomini; è il dono dello Spirito Santo che Egli fa agli uomini. Gesù precisa inoltre che ormai con la sua venuta non si adorerà più sul monte Garizim né a Gerusalemme, ma si adorerà in spirito e verità; cioè con il culto animato, prodotto dallo Spirito alla luce della verità che Egli rivela.
E’ lo Spirito dato da Gesù che deve animare l’adorazione che sostituisce l’adorazione del Tempio. Gli occhi, il cuore della samaritana si aprono; essa confessa che Gesù è il Messia; comprende che ormai deve cambiare vita. Subito la vediamo trasformata in una evangelizzatrice. Lascia la brocca vuota e porta i suoi concittadini da Gesù. Essi lo ascoltano e credono che Egli è il Messia, il salvatore del mondo. La scoperta di Gesù, l’incontro con Lui fa sentire la gioia di portare altri da Lui.

 

Noi sperimentiamo giorno per giorno nel profondo il bisogno di acqua viva, cioè di verità che dia senso al nostro vivere; ma cerchiamo di trovare acqua fresca in cisterne screpolate. Dio che ci conosce intimamente sa quanti desideri, quanti e quali bisogni rendono assetato il nostro cuore. Ma Egli vede anche quante scelte sbagliate facciamo. Nella donna al pozzo siamo tutti rappresentati. Gesù, il viandante sulle strade dell’umanità, ci aspetta al pozzo della nostra vita. Egli smaschera le nostre false seti, svela i tanti idoli ai quali è attaccato il nostro cuore, ci fa comprendere che Egli solo è la risposta autentica alla nostra sete di verità, ai nostri problemi. Egli ci fa il dono della verità, cioè ci introduce nella piena ed intima conoscenza di Dio; Egli ci fa il dono del Suo Spirito, il quale trasforma profondamente la nostra vita.
Il nostro culto a Dio ormai si effettua sotto l’azione dello Spirito che abita in noi, che viene in aiuto alla nostra debolezza ed intercede per noi secondo i disegni di Dio (cf Rm 8,9.26-27). (Da Confraternita di San Giovanni Battista de’ Genovesi)