DOMENICA 9 marzo

CON CRISTO VINCIAMO LE SEDUZIONI DEL MALIGNO

DUE visioni del mondo e due modi di vivere si confrontano in questa liturgia della Parola della I domenica di Quaresima. Alla caduta di Adamo ed Eva, che cedono alla tentazione del serpente, così come è raccontata nella I Lettura tratta dal libro della Genesi, si contrappone la vittoria di Cristo sul diavolo narrata nel Vangelo di Matteo. Dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto Gesù ebbe fame. È lì, in quella situazione di debolezza, che il demonio affonda il colpo: cerca di prenderlo in fallo proponendogli gli idoli che si contrappongono a Dio: il potere, l’avere e l’orgoglio. In quel racconto è spiegata la tattica del diavolo: attende il momento opportuno, quello in cui l’uomo è più esposto, per presentarsi e farlo cadere. Anche Gesù avrebbe potuto scegliere una via più facile e giungere al successo, magari usando quelle scorciatoie che Satana gli ha proposto. Ma Cristo non si lascia sedurre dalle lusinghe del maligno e risponde affidandosi interamente al Padre. La vittoria di Gesù diventa così pegno di speranza per ogni uomo che vuole combattere e vincere la tentazione. (Da La Domenica)

COMMENTO

La prima domenica di quaresima ci presenta in ogni annata liturgica la narrazione delle tentazioni di Gesù. Gesù è stato sempre tentato dal demonio, dalla sua nascita fino alla sua morte, come ogni uomo di carne, fragile, debole, mortale (cf. Eb 4,15). Ma qui l’evangelista cerca di sintetizzare in un quadro il rapporto tra Gesù e il demonio, dunque riassume nelle tre grandi tentazioni tutte le diverse tentazioni vissute da Gesù, secondo uno schema già conosciuto da Israele e testimoniato nell’Antico Testamento: uno schema che peraltro corrisponde anche a ciò che le scienze umane oggi ci dicono riguardo alle passioni, alle libidines fondamentali presenti in ogni persona.

L’umanità, in Adamo ed Eva che la rappresentano, era stata tentata dal diavolo riguardo a un “frutto” che riceve significato non per ciò che è ma per il potere che esercita: l’umano “vide che l’albero era buono da mangiare”, libidoamandi, “appetitoso agli occhi”, libido possidendi, “desiderabile per acquistare potere”, libido dominandi (Gen 3,6). E così, ingannato da questa seduzione del serpente antico – l’avversario, il demonio, Satana, il principe di questo mondo –, acconsente alla tentazione e conosce il male e le sue conseguenze (cf. Gen 3,7). Le stesse seduzioni riguardano nel deserto Israele, il popolo di Dio, e anche in questo caso vi è un cedimento alle tentazioni. (Da Monastero di Bose)