DOMENICA 01 Dicembre (insediamento dei fratelli francescani missionari del cuore di Gesù e di Maria Immacolata)

Riferimenti letture: Is 2,1-5; Sal 121,1-2.4-9; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44

Commento alle letture:

ANDIAMO INCONTRO AL SIGNORE CHE VIENE

CON la I Domenica di Avvento si apre un nuovo anno liturgico, che ha valore quasi “sacramentale”: è simbolo della benevolenza del Signore, e della disponibilità dei fedeli ad accogliere la sua azione di salvezza. L’Avvento celebra una duplice attesa dell’Emmanuele: quella finale (I e II Domenica) e quella storica del Natale (III e IV Domenica). Le Letture odierne delineano un anno nuovo alimentato dalla pace (I Lettura), dalla speranza ricolma di attesa (Vangelo) e dalle virtù dei credenti (II Lettura). Quando cesseranno le guerre, e le armi verranno trasformate in strumenti di pace e di lavoro, non solo si realizzeranno le promesse del Signore, ma tra i popoli regnerà la giustizia e la pace (I Lettura). Il Vangelo, nell’annunciare la venuta ultima del Figlio di Dio e il giorno del suo giudizio, ci investe in termini taglienti ma benefici. La sua venuta improvvisa, simile a quella di un ladro, richiede l’atteggiamento della vigilanza e della preghiera, ma anche quello della gioia per il ritorno del nostro Salvatore. San Paolo (II Lettura) sollecita i cristiani a pensare all’impegno per conservare e sviluppare il dono della salvezza: gettar via le opere del male e rivestirsi del Signore Gesù. (da La Domenica)

RIFLESSIONE

L’Avvento è il periodo dell’anno liturgico che ci prepara alla celebrazione della solennità del S. Natale. Esso però non è un puro ricordo della venuta storica di Gesù, realizzatasi due mila anni or sono. Gesù è venuto nel mondo per incontrare tutti gli uomini e portare loro la salvezza. L’Avvento vuole  evidenziare   questa permanenza di Gesù nella storia e suscitare dentro il cuore dell’uomo il desiderio di lasciarsi incontrare da Lui. Allo stesso tempo intende aprire la nostra vita alla venuta di Gesù nella veste di giudice alla fine del mondo. Ci invita, quindi, a prendere coscienza che il tempo che viviamo si snoda tra la venuta di Gesù e la sua manifestazione nella gloria alla fine della storia. Ci troviamo tra il già della sua venuta tra noi e l’attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Per ciascuno di noi  c’è la venuta del Signore al momento della nostra morte. Egli verrà a prenderci dopo averci assicurato di prepararci un posto con Lui nella gloria.
La pagina del Vangelo odierno ci parla della venuta di Gesù come giudice alla fine della storia. Nel descrivere questo evento Gesù sottolinea tre  concetti: l’incertezza dell’ora, il giudizio che irrompe all’improvviso e opera la separazione per la salvezza o per la rovina, la necessita della vigilanza. Con riferimento all’incertezza Egli richiama il diluvio, il quale accadde all’improvviso e l’arrivo del ladro notturno, che viene  quando il padrone della casa non se lo aspetta. L’irrompere improvviso del giudizio è illustrato tramite  due quadretti in cui compaiono rispettivamente due uomini e due donne intenti al loro lavoro quotidiano. Due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata.
Circa la vigilanza Gesù sottolinea la necessità di stare pronti, di stare continuamente in attesa. Ciò che è incerto può sopraggiungere in ogni momento.
La Liturgia mira a riaccendere in noi il desiderio dell’ attesa del ritorno del Signore. L’avvento è tempo del desiderio del Signore. Colui che celebriamo come venuto nella carne (a Natale) è colui che attendiamo come il veniente nella gloria. Egli stesso ci ha promesso che tornerà. La tentazione che può entrare nel cuore del cristiano è quella di non attendere e quindi di vivere come se dovessimo restare per sempre in questo mondo. L’attesa ci spinge oltre questa prospettiva. Attendiamo il Signore vigilando. La vigilanza non è evasione dalla storia, ma impegno nella storia. La storia è il luogo dove si prepara e si decide l’incontro definitivo con Gesù. Lo sguardo verso il suo ritorno deve rendere risolutivo il presente di ogni giorno.
La Liturgia ci invita a ripensare il senso della nostra esistenza. Ciò comporta anzitutto entrare in noi stessi, esaminare con sincerità quale posto Gesù occupa nella nostra vita, nei nostri pensieri, nelle nostre decisioni, nel nostro comportamento morale a livello personale e sociale. Comporta decidersi veramente per Lui. La preghiera più intensa, il silenzio interiore, la meditazione della parola Dio, l’accostamento al sacramento della riconciliazione e dell’Eucaristia ci aiuteranno a comprendere che vivere da vigilanti in attesa dell’incontro definitivo con Gesù significa vivere da cristiani che ogni giorno si decidono veramente per Lui. (da Confraternita san giovanni battista dè genovesi)

PREGA CON IL VANGELO

Signore, in questo tempo d’attesa vogliamo

recuperare il valore del silenzio e della preghiera.

Nella pace interiore e con l’aiuto della grazia

cercheremo di vegliare sui nostri pensieri,

desideri e azioni per purificare il nostro cammino

ed essere pronti alla tua venuta. Rendici capaci

di uno sguardo attento al presente, affinché nulla

sfugga alle occasioni di bene che possiamo cogliere

con il tuo sostegno.