Domenica 12 giugno, si è tenuta l’ultima riunione dell’anno pastorale per i genitori i cui figli hanno vissuto il loro primo anno di catechesi (IV elementare), si è data una scheda alla quale hanno risposto in 20 famiglie: alcune erano presenti e altre (impossibilitate ad esservi fisicamente) mi hanno inviato il loro parere tramite mail. Se qualche altra famiglia volesse rispondere, può farlo. Si tenga presente che nel prendere alcune decisioni si terrà conto anche di quanto ci è stato scritto.

Vorrei approfittare dell’occasione per dire del cammino che proponiamo per completare l’iniziazione cristiana, con i due sacramenti della Confermazione e della Eucaristia.

Si comincia la catechesi con e per i genitori (hanno figli e figlie che Dio ha loro donato e che frequentano la 3a elementare): è la principale e più importante. Essi hanno chiesto per loro il Battesimo e si sono impegnati a educarli cristianamente; così il nostro, è un aiuto che, desideriamo e speriamo, sia utile ma non una sostituzione. Si coinvolgono (verificandone tempi e modi coi genitori) padrini e madrine. Sarebbe auspicabile che fossero i medesimi del Battesimo.

Nella 4a elementare si hanno incontri periodici di catechesi e attività che cercano di favorire una formazione che coinvolga i vari ambiti della vita e possa valorizzare quanto apprendono durante le ore di religione cattolica a scuola. Nel contempo, si continuano a proporre riunioni, momenti di preghiera e aggregativi, in particolare, per i genitori.

Nella 5a elementare si proseguono e intensificano incontri e momenti di catechesi e di preghiera; si presenta l’importanza di un (continuo) cammino di conversione che poi prepara alla celebrazione del sacramento della Confessione (chiamato anche della Penitenza o della Riconciliazione); con il tempo di Natale, pur continuando momenti formativi per le famiglie e si coinvolgono padrini e madrine nell’immediata preparazione dei sacramenti della Confermazione e della Eucaristia dell’ultima domenica di maggio.

E il dopo? Dipende da molteplici fattori: da come le famiglie si sono inserite in parrocchia e tra di loro – l’amicizia sociale fa la differenza in tanti casi –, dal clima che si “respira” in parrocchia e siccome non tutto dipende dal nostro impegno o dalla genialità dei programmi o dalla qualità degli “operatori pastorali”, dall’azione misteriosa dello Spirito Santo che dobbiamo sostenere e non ostacolare. Egli si serve anche di noi ma agisce – grazie a Dio – anche al di là di noi!