Questa mattina ho incontrato padrini e madrine della Cresima che l’Arcivescovo verrà a celebrare il prossimo 27 maggio. Di seguito la riflessione proposta.

Riunione padrini-madrine del 27 maggio 2018
(29 aprile ore 10,15 e 20 maggio 2018 ore 15)

Vorrei riflettere sul Battesimo. È quanto sta facendo Papa Francesco il quale, dopo aver presentato 15 catechesi sulla Messa (dall’8 novembre 2017 al 4 aprile 2018), con mercoledì 11 aprile ha iniziato a parlare di questo sacramento.
«È il primo dei Sacramenti, in quanto è la porta che permette a Cristo Signore di prendere dimora nella nostra persona e a noi di immergerci nel suo Mistero. […] E quel giorno ringraziare il Signore, perché è proprio il giorno in cui Gesù è entrato in me, lo Spirito Santo è entrato in me. […] Ma come accade per un seme pieno di vita, questo dono attecchisce e porta frutto in un terreno alimentato dalla fede». Il sacramento ci inserisce in un popolo che porta nel mondo la presenza e la parola di Gesù. «Noi battezzati non siamo isolati: siamo membra del Corpo di Cristo. […] Il Battesimo permette a Cristo di vivere in noi e a noi di vivere uniti a Lui, per collaborare nella Chiesa, ciascuno secondo la propria condizione, alla trasformazione del mondo». Delle sottolineature dell’11 aprile scorso.

«Considerando i gesti e le parole della liturgia – ha precisato nella catechesi del 18 aprile – possiamo cogliere la grazia e l’impegno di questo Sacramento, che è sempre da riscoprire. […] Infatti, quanto avviene nella celebrazione del Battesimo suscita una dinamica spirituale che attraversa tutta la vita dei battezzati; è l’avvio di un processo che permette di vivere uniti a Cristo nella Chiesa. […] Nella cerimonia facciamo sui bambini il segno della croce. […] La croce è il distintivo che manifesta chi siamo: il nostro parlare, pensare, guardare, operare sta sotto il segno della croce, ossia sotto il segno dell’amore di Gesù fino alla fine. […] Cristiani si diventa nella misura in cui la croce si imprime in noi come un marchio “pasquale” (cf. Ap 14, 1; 22, 4), rendendo visibile, anche esteriormente, il modo cristiano di affrontare la vita».

Nella terza catechesi ha parlato della forza di vincere il male. «Al fonte battesimale non si va mai da soli, ma accompagnati dalla preghiera di tutta la Chiesa, […] che li assiste nella lotta contro il male, li accompagna sulla via del bene, li aiuta a sottrarsi al potere del peccato per passare nel regno della grazia divina. […] Sappiamo per esperienza che la vita cristiana è sempre soggetta alla tentazione, soprattutto alla tentazione di separarsi da Dio, dal suo volere, dalla comunione con lui, per ricadere nei lacci delle seduzioni mondane. E il Battesimo ci prepara, ci dà forza per questa lotta quotidiana, anche la lotta contro il diavolo che – come dice San Pietro – come un leone cerca di divorarci, di distruggerci. […] Fortificati dal Signore Risorto, che ha sconfitto il principe di questo mondo (cf. Gv 12, 31), anche noi possiamo ripetere con la fede di san Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4, 13). Noi tutti possiamo vincere, vincere tutto, ma con la forza che mi viene da Gesù».

Padrini e madrine sono persone che, a nome della Chiesa, esprimono la vicinanza, la protezione e la cura di Dio verso i “piccoli”. Tra i loro compiti, possiamo sottolineare quello di pregare con loro e per loro (per la salute spirituale e corporale): un modo per proteggerli, tra i più efficaci; infatti, non si può stare sempre vicini. Invocare lo Spirito Santo e affidarsi a Maria può aggiungere un “di più” estremamente significativo perché esprime, insieme al nostro comportamento, non privo di errori, il desiderio di rimanere “tralci” ben uniti alla “vite” che è Gesù, come ascolteremo nel brano evangelico della Messa (cf. Gv 15, 1-8).

don Emilio