CISM CONFERENZA ITALIANA SUPERIORI MAGGIORI
UNIONE SUPERIORE MAGGIORI d’ITALIA

Presidenza Roma, 18.03.2020

Al Presidente della Repubblica
Egregio Sig. Sergio Mattarella
Al Presidente del Consiglio
Avv. Giuseppe Conte
Alla presidente del Senato
On.le Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al Presidente della Camera
On. Presidente Roberto Fico
Ministro dell’Istruzione
On. Lucia Azzolina
p.c. Gentili Famiglie, cari Studenti e
Docenti delle scuole pubbliche paritarie d’Italia.

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Oggetto: Richiesta al Governo di un ulteriore sforzo nel porre al centro la famiglia

Gentilissima, Egregio,

inviamo la seguente nota per opportuna conoscenza ai genitori, alle famiglie, agli studenti della scuola pubblica paritaria italiana che rappresentiamo, per un’utenza complessiva di circa un milione persone. Via Zanardelli, 32 – 00186 –Roma-; segreteria@usminazionale.it tel. 06/6840051; cism.segreteria@gmail.com tel. 06/3216841 2 In questi giorni, in cui tutti noi viviamo momenti di viva preoccupazione per la salute di tanti nostri concittadini, vorremo farci portavoce di un messaggio di speranza e di fiducia: l’emergenza passerà, il sistema sanitario sarà in grado di assistere in maniera più che degna i malati ma, soprattutto, usciremo più responsabili, più consapevoli di quello che significa essere cittadini di una Nazione. Infatti, in queste ore in cui il Governo e il Parlamento stanno varando le misure per sostenere l’economia italiana, emerge, forse come non è mai avvenuto in passato, l’attenzione per la famiglia, nucleo fondante della società civile. Lo stesso principio era emerso, come fondante, nei convegni sul tema della scuola e della libertà di scelta educativa della Famiglia stessa a cui le Presidenze delle Religiose in Italia (USMI) e dei Religiosi in Italia (CISM) avevano partecipato, il 14 Novembre 2019 e il del 13 Febbraio 2020. Riguardo al tema di garantire la titolarità educativa alla famiglia, superando ogni vincolo economico, proprio in quelle occasioni si era registrata un’ampia trasversalità civile, associativa, laica, ecclesiale e politica. Registriamo con sincera gratitudine la linea che il Governo ha adottato nel maxi decreto “Cura Italia”, ponendo al centro la famiglia. E’ sempre una conquista quando la politica pone al centro i diritti dei cittadini perché, oltre a favorire passi di civiltà, consente una maggiore chiarezza che evita strumentalizzazioni e “guerre fra poveri”. La famiglia deve poter scegliere di educare i propri figli in scuole pubbliche paritarie (si tratta di 12 mila scuole, con 900mila allievi e 100 mila dipendenti) che da anni sono in prima linea accanto alla scuola pubblica statale per l’educazione dei cittadini italiani. Oggi questo comparto formativo, nato prima della scuola statale, è gravemente compromesso. E’ a rischio il pluralismo educativo, necessaria conseguenza della libertà di scelta educativa proclamata nella Costituzione Italiana. Di conseguenza, le Presidenze USMI e CISM, per il comparto che rappresentano, chiedono al Governo un ulteriore sforzo di continuare a porre al centro la famiglia anche al capitolo scuola, in un’ottica di miglioramento del maxi decreto, perché le siano riconosciuti i legittimi ammortizzatori sociali. Alcuni benefici sono stati ottenuti in quanto genitori con figli a carico e lavoratori dipendenti (congedo parentale, voucher per baby sitter). Ma nessuna parola è spesa per le famiglie che, in tempi di coronavirus, avvertono maggiormente il peso della scelta della scuola pubblica paritaria, pagata con le tasse prima e la retta poi. Il coronavirus, che è altamente democratico e apparentemente colpisce tutti allo stesso modo, in realtà acuisce questa ingiustizia. In questi giorni numerose famiglie legittimamente chiedono lo sconto della retta; la scuola sostiene a ragione che le spese le ha comunque sostenute; i docenti – pure impegnati doverosamente nelle attività didattiche a distanza – temono per lo stipendio mentre devono a loro volta pagare la baby sitter. La catena dell’ingiustizia porta ancora una volta a spostare il peso sugli altri. Molto grave sarebbe, da parte delle Autorità, ignorare questo scenario e permettere la sparizione per debiti delle scuole pubbliche paritarie, con un serio danno per le casse dello 3 Stato (fanno risparmiare più di 7.000 euro per alunno. E’ dato del Ministero che il percorso formativo di uno studente sino alle superiori è pari a euro 89.336,00 per uno studente della scuola statale), oltre che per il diritto alla libertà di scelta in un pluralismo educativo che cesserebbe di esistere. Ci giunge la notizia che è stato firmato il decreto di distribuzioni dei contributi alle scuole paritarie e siamo grati. Ricordiamo però che si tratta di euro 500 annui per allievo e certamente non verranno liquidati prima di un mese considerati i passaggi presso la corte dei conti e gli uffici scolastici regionali. Chiediamo un sollecito intervento in merito ma ribadiamo che la scuola paritaria non vuole danari pubblici vuole che sia garantito a) il diritto di apprendere dello studente, b) il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori, c) il diritto alla libertà di insegnamento dei docenti senza la grave discriminazione economica che si perpetua da troppi anni ormai. Occorre essere davvero chiari, in tempi di coronavirus. Una famiglia che ha pagato le tasse, e deve pagare la seconda volta con la retta, ora la terza con la baby sitter e la perdita del lavoro, è giusto che riceva un rimborso della retta, anche se i docenti hanno lavorato il doppio che in tempi normali. Di conseguenza, la scuola paritaria, già indebitata per anni di retta non sufficiente a coprire i costi, ora ha il dovere morale di pagare il personale e le tasse, ma è destinata a soccombere. Con l’eccezione delle scuole dalla retta over 8mila euro per alunno … Il coronavirus sembra accelerare un processo di monopolio in educazione, con l’esclusione delle fasce più deboli dalla libertà di scelta formativa. Quella della famiglia non benestante in difficoltà e quella della scuola indebitata sono due povertà allo scontro, due diritti entrambi da garantire: libertà di scegliere senza vincoli economici e libertà di esistere per assicurare il pluralismo. Il Governo ha la potestà di dire una parola che assicuri alle parti coinvolte la fattibilità di un percorso di diritto, come avviene in tutta Europa, di cui l’Italia è la più grave eccezione. E’ impensabile che l’ingiustizia consumata nel silenzio sia meno grave di quella dichiarata; di conseguenza, per la scuola pubblica paritaria del comparto che rappresentiamo cattolica si chiede quanto segue: 1. Venga posta al centro la famiglia, garantendole il diritto di poter scegliere la scuola pubblica, paritaria o statale, applicando i costi standard di sostenibilità per allievo nei ragionevoli tempi tecnici che saranno necessari, ma con un segnale chiaro di volontà politica. Le scuole paritarie che rappresentiamo da sempre si rendono disponibili a controllo e verifica da parte dello Stato, come dimostrano le convenzioni in essere. Non siamo dei diplomifici, da cui prendiamo le distanze. Con la medesima chiarezza si ribadisce che: 2. la scuola paritaria non vuole soldi dallo Stato; chiede con forza che le famiglie non abbientisiano messe in grado di poter scegliere liberamente dove far studiare i propri figli, consapevoli che la scuola forma i cittadini del domani e che l’impegno di oggi cambia il domani. Sia pertanto riconosciuto il costo standard di sostenibilità per allievo, che – secondo studi economici seri – consente al povero di scegliere e allo Stato di risparmiare. E’ quanto mai chiaro che, se l’Italia vorrà essere un Paese civile, dovrà garantire il diritto alla libertà di scelta educativa delle famiglie. 4 – A sostegno delle Famiglie sia prevista, con il prossimo aggiornamento del decreto “Cura Italia”, la deducibilità integrale del costo delle rette scolastiche (in misura uguale e/o inferiore al costo standard di sostenibilità per allievo). Siamo tutti consapevoli che questo è l’anello mancante per garantire il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori. Non c’è libertà educativa senza libertà economica e a 20 anni dalla Legge della parità, l’emergenza coronavirus ci interpella e ci impegna a soluzioni definitive. – A sostegno dei Docenti delle scuole pubbliche paritarie, cessi ogni discriminazione nei loro confronti. Sono esclusi dai concorsi e dalle abilitazioni, come da tutti i diritti dei colleghi della scuola statale (carta docente, bonus, accesso alla formazione); non potendosi abilitare, perdono il posto di lavoro nelle paritarie, pur essendo professionalmente validi; si garantisca agli stessi la libertà di insegnamento nella scuola pubblica, paritaria o statale, con lo stesso trattamento economico dei docenti della scuola statale, come avviene in Francia e in tutta Europa. La fragilità odierna costituisce la forza del domani. Alle Autorità chiediamo uno scatto di responsabilità. La discriminazione economica che mette a rischio il pluralismo educativo non soltanto impoverisce la nazione di presìdi culturali importanti, ma anche lede la famiglia, gli studenti e i docenti più svantaggiati economicamente perché è il povero che non può scegliere da sempre, e ancor più in tempi di coronavirus. A tutti, famiglie, studenti, docenti, chiediamo di diventare cittadini attivi. Questo ci domanda la realtà di questi giorni. Ognuno si assuma la responsabilità delle proprie azioni. Madre Yvonne REUNGOAT, fma Padre Luigi GAETANI, ocd (Presidente U.S.M.I Nazionale) (Presidente C.I.S.M. Nazionale)